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Marrazzo, pusher la credeva cocaina
Fu una dose letale di eroina, "mascherata" farmacologicamente con una sostanza in modo che la facesse somigliare al gusto alla cocaina, ad uccidere Gianguerino Cafasso, il pusher trovato morto il 12 settembre scorso a Roma all'hotel Romulus sulla Salaria. Lo dicono esperti farmacologi, secondo i quali, si legge nel fascicolo, la droga assunta avrebbe stroncato Cafasso nel giro di pochi minuti.
Non fu dunque della droga tagliata male a stroncare il pusher, ma l'eroina, fatale per un abituale consumatore di cocaina. Dopo aver assunto la sostanza Cafasso morì "in pochi minuti", come rivela chi sta indagando sulla morte dell'uomo legato a Brenda e fornitore di stupefacenti per altri trans. Fu sempre lui a tentare di commercializzare il video a luci rosse in cui compaiono Piero Marrazzo e Natalie.
Le indagini
Il fascicolo sul decesso di "Rino" Cafasso, per ora rubricato secondo l'articolo 586 del codice penale, ossia morte o lesioni come conseguenza di altro delitto (nella fattispecie cessione di droga), potrebbe ben presto essere rubricato come omicidio volontario.
Il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, aspetta i risultati ufficiali e finali della consulenza tossicologica. Una prima risposta dunque è arrivata e rileva l'assunzione di eroina. Gli investigatori ritengono che chi ha fornito l'eroina sapesse degli effetti letali che avrebbe provocato.
Il caso di Jennifer
Sospetto appare l'atteggiamento di Jennifer, la trans fidanzata di Cafasso che era con lui in albergo al momento del droga-party. Jennifer, al secolo Adriano Da Motta, ha spiegato agli inquirenti che non aveva assunto droga, che ne aveva voglia perché aveva uno "strano sapore".
Pc di Brenda, si aspettano i risultati dell'indagine
Intanto la Procura ancora attende i primi risultati sul pc trovato nell'appartamento di Brenda, morta in via Due Ponti 180, e le analisi chimiche sul trolley andato a fuoco. Il pc sarebbe stato nel lavandino dell'appartamento al momento del ritrovamento del corpo della trans, ed era bagnato come se fosse stato immerso in acqua. Secondo fonti investigative, il dettaglio farebbe supporre ad un gesto volontario per rendere il pc inutilizzabile.
Parla la sorella di Brenda
"Nessuno qui in famiglia si è mai vergognato di mia sorella. Lo abbiamo sempre saputo che era transessuale, non ci siamo mai vergognati di lei, anzi l'abbiamo sempre difesa", ha detto la sorella di Brenda in un'intervista telefonica al Tg1. E su come avessero saputo della sua morte, la donna ha spiegato: "Ce lo ha detto un'amica di San Paolo che ha letto la notizia navigando su Internet".
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